16 novembre 2016 – Stalking finanziario: le conseguenze di comportamenti vessatori a danno dei debitori

Presto un protocollo d’intesa con l’Adoc di Basilicata per la presa in carico del problema

“Le società di recupero crediti, le banche e le finanziarie a volte sembrano operare in maniera  indiscriminata mediante l’utilizzo di tecniche percepite dagli utenti come particolarmente vessanti e talmente pressanti da generare paura e disperazione”- ha esordito così la presidente dell’ordine degli Psicologi di Basilicata, la dott.ssa Luisa Langone, a margine del convegno sul tema dello stalking finanziario promosso da Adoc Basilicata e SoS Utenti Basilicata.

“Si può mettere in moto un vero processo di stalking e si configura in termini di persecuzione, talmente forte da poter indurre nei casi peggiori al suicidio, data l’immane e dolorosa pressione psicologica alla quale il soggetto è sottoposto dalle varie società. Le conseguenze psicologiche posso essere tali da indurre forme di somatizzazione e veri e propri disturbi psicopatologici come la depressione e altri disturbi dell’umore e vanno altresì a minare l’equilibrio nel processo identitario della persona”. La presidente Langone ha promosso la professione dello psicologo e ha rimarcato la disponibilità alla cooperazione con le associazioni a tutela dei cittadini vessati, per la presa in carico del problema.

“Il modo di agire delle società di recupero crediti, delle banche e delle finanziarie è quello di coloro che utilizzano tecniche aggressive, con il rischio di portare la persona a provare ansia, paura e disperazione. Noti i casi per i quali si può parlare di stalking che si configura nella invadenza della ricerca dei contatti, quindi uno stalking vero e proprio. È opportuno ricordare che lo stalking è reato riconosciuto nell’articolo 612 bis del Codice Penale e che con esso si indica l’insieme dei comportamenti molesti, ripetuti, che generano disperazione nell’individuo. Le conseguenze sono devastanti e non solo psicologiche, in molti casi anche psicopatologiche”-ha concluso la dott.ssa Giuseppina Esposito- psicologa e psicoterapeuta.

 

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